Serra Michele - 2017 - La sinistra e altre parole strane by Serra Michele

autore:Serra Michele [Serra Michele]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Biography & Autobiography, Literary, Language Arts & Disciplines, Journalism
ISBN: 9788858830901
Google: UjY8DwAAQBAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2017-11-07T23:00:00+00:00

4.

Ovviamente, se avessi cominciato a scrivere corsivi prima di Tangentopoli, Craxi e Andreotti avrebbero potuto competere per il primo posto con Berlusconi, e De Michelis avrebbe occupato una posizione di assoluto rilievo. Ma ho fatto appena in tempo a raccontare, nella forma del corsivo giornalistico, le macerie della Prima Repubblica. A cadaveri ancora caldi, diciamo così. Come uno che avesse infilato il foglio nel rullo della macchina per scrivere in una città bombardata, nel 1945. Il collasso ormai alle spalle. Le macerie ancora fumanti.

Sarebbe ingiusto chiedere al text mining di monitorare, a dispetto della affascinante petulanza dei numeri, la qualità politica, e più ancora quella umana, di quelle frasi scritte tra le urla della folla che festeggiava la caduta della Prima Repubblica. Quello – il giudizio critico – è un compito che per fortuna spetta ancora e sempre a noi umani, non alle macchine ma ai macchinisti. I sentimenti profondi – il dolore, l’esultanza, il rimorso, il sollievo – non sono una soma della quale possiamo sperare di liberarci facilmente. Tanto meno scaricandoli addosso alle macchine. E dunque confesso di avere riletto con molta apprensione quei lontani corsivi. Perché erano i miei primi, e perché riguardavano un momento delicatissimo della nostra storia recente. I primi anni novanta, forse il solo vero “momento storico” di questo Paese dopo la caduta del fascismo e della monarchia.

La mia paura presente, tipica di una persona che con l’avanzare degli anni cerca la misura, sperando che la saggezza non coincida con il rincoglionimento, era di essermi malamente accanito contro gli sconfitti. Contro le statue rovesciate dalla storia, prendendo a calci i cocci. Con sollievo ho scoperto di avere avuto, per i cocci, un certo rispetto.

16 luglio 1992. Il primo avviso di garanzia a Gianni De Michelis corrisponde a uno dei miei primi corsivi sull’“Unità”. Lo riporto per intero:

“Pensierino impopolare. L’avviso di garanzia al vicesegretario del Psi, l’inverosimile Gianni De Michelis, è stato festeggiato in una discoteca di Jesolo con dame, brindisi e distribuzione di gadget celebrativi. Da qualche mese, in tutta Italia, parallelamente al fiorire di inchieste sul latrocinio politico-imprenditoriale, si celebrano con crescente giubilo i fescennini della manetta. Speriamo che questa euforia danzerina non sia l’anticamera di una cultura forcaiola, da processo sommario, da corda buttata intorno al ramo di un albero. Se è giusto che, finalmente, anche politici e amministratori debbano rispondere alle stessissime leggi che colpiscono i delinquenti comuni, è sacrosanto ribadire che anche i delinquenti comuni meritano rispetto e comprensione umana sia che siano in attesa di giudizio, sia (anzi: tanto più) se vengono condannati. Suggerisco ai ballerini di Jesolo di visitare un carcere. Scommetto che cambierebbero, se non idea, almeno genere di ballo”.

Neanche una settimana dopo, il 23 luglio, si uccide Raul Gardini, finanziere e imprenditore simbolo del boom degli anni ottanta, ricchissimo, invidiatissimo, armatore di barche popolari come star (Il Moro di Venezia), più potente di molti politici di primo piano. Incastrato, tra i tanti, negli ingranaggi di Tangentopoli, rivolge una pistola contro se stesso e contro la propria sconfitta, chiamandosi per sempre fuori dal gioco.

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